La Vagina Buona e La vagina Cattiva

Leggendo il libro di Naomi Wolf, ” VAGINA ” , ho trovato un capitolo particolarmente interessante che dà un’ interpretazione sulla nascita della concezione occidentale moderna della vagina e della sessualità femminile.

Fu l’ epoca vittoriana, a metà dell’800, a creare il dualismo tra la vagina medicalizzata delle donne perbene e quella prostituta e pornografica delle donne cattive.

La neonata ginecologia, portò al controllo medicalizzato ed esclusivamente maschile della sessualità femminile.

Con lo sviluppo dell’industrializzazione e dell’istruzione, si sviluppò nelle donne un bisogno sempre maggiore di emancipazione e di cultura.

Nella teoria della Wolf ,vagina e cervello sono strettamente interdipendenti ,per cui la qualità e l’appagamento derivanti dai rapporti sessuali e dalla masturbazione vissuti con gioia ed intensità, crea nella donna una spinta creatrice, una maggiore percezione del proprio io e l’aumento dell’autostima.

Ecco perchè la paura di una sessualità libera della donna e quindi un’ aumento della sua forza e determinazione, ha portato a creare una cultura di colpa e vergogna nei riguardi del sesso e del piacere.

E così nella cultura anglosassone , a cui si riferisce l’autrice, alla pratica “antica e gentile” della levatrice, subentra il ginecologo che medicalizza e controlla il parto, divide le donne in brave ragazze che non provano piacere nel sesso e prostitute indegne che sono schiave del piacere, definisce la masturbazione come un pozzo di vergogna e degradazione.

Il trattato più venduto a metà 800 sulla sessualità di William Acton, proclamava la mancanza di passione femminile .Nasce in questo contesto la teoria per cui il desiderio sessuale crea danni fisici e psicologici fino alla follia. Con brutalità e violenza, arrivando addirittura alla pratica della clitoridectomia,( asportazione chirurgica della clitoride), si cerca di controllare e “curare il vizio della masturbazione”.

Ancora oggi molte donne separano il loro essere madri, mogli e lavoratrici, dalla propria sessualità, che rimane estranea ai ruoli ammirevoli che svolgono agli occhi del mondo. Alcune donne si sentono ancora inibite nelle loro manifestazioni sessuali all’idea che il piacere sia in qualche modo degradante.

Ancora oggi molte donne vivono la sessualità come mezzo per procurare piacere al partner ,ma con poco ascolto verso se stesse e soprattutto con tanta paura di quello che potrebbe accadere se liberassero i propri istinti e si dessero la libertà di entrare nel mondo del piacere e dell’appagamento sessuale.